Natale Forlani, firmatario di Ricostruire, ha analizzato i primi dati forniti dal Ministero dell’Interno relativi alle domande di regolarizzazione degli immigrati arrivate in seguito alla sanatoria di Maggio.
I dati
Sono pervenute 80.366 domande, 69.721 delle quali già perfezionate. Di queste, l’88% riguardano la regolarizzazione dei rapporti di lavoro domestico e solo il 12% il lavoro agricolo. La distribuzione delle domande per Paesi di provenienza del lavoratore vede ai primi posti il Marocco, l’Ucraina e il Bangladesh per il lavoro domestico. L’Albania, il Marocco e l’India per quello agricolo.
Forlani individua tendenze analoghe a quelle riscontrate in seguito alla sanatoria del 2012. Sia per l’incidenza delle regolarizzazioni nel settore domestico sul totale, sia per la provenienza degli immigrati che presentano la domanda.
Gli obiettivi
L’ex Direttore generale della Direzione dell’Immigrazione presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ricorda i tre obiettivi indicati dal Governo. Il primo era reperire manodopera aggiuntiva per le raccolte stagionali e compensare la carenza dei lavoratori comunitari impossibilitati a entrare in Italia per via della pandemia. Il secondo era sottrarre gli immigrati irregolarmente presenti alle forme di intermediazione illegale. Infine, un intento dell’esecutivo era consentire alle autorità di adottare le misure di prevenzione dei contagi per le persone coinvolte.
I risultati
I risultati ottenuti hanno lasciato molto a desiderare. Come nei casi delle sanatorie precedenti, è stata utilizzata al fine di regolarizzare le condizioni di soggiorno. “Per lo scopo- chiosa Forlani – il rapporto di lavoro domestico rappresenta la formula ideale a costi contenuti”.
Inoltre, il dispositivo legislativo consente l’assunzione degli immigrati irregolari entrati in Italia per motivi temporanei, inclusi i soggiorni turistici e le visite ai parenti. Queste norme servono solo per allargare i numeri delle regolarizzazioni, non a risolvere il problema alla radice.
Forlani ipotizza che, per offrire un canale per la regolarizzazione del soggiorno per gli immigrati irregolari, sarebbe più efficace consentire agli interessati di inoltrare la domanda di regolarizzazione e di essere assunti in tutti i settori. In una situazione di grave crisi economica come quella che stiamo vivendo, aumentare l’offerta di lavoro con scarsità di domanda non può essere la soluzione alla disoccupazione. (Tratto da IlSussidiario.net)