L’Unione Europea negli ultimi anni ha deciso di investire molto nella digitalizzazione e nell’innovazione tecnologica. Euro Hpc (High Performing Computing), uno dei punti chiave del Digital Europe Programme, ha l’obiettivo di sviluppare un sistema di supercalcolo europeo competitivo a livello globale. Per questo motivo ha finanziato l’acquisto e l’installazione di diversi supercomputer.
L’investimento europeo
In quest’ambito, l’Università di Bologna è stata la sede italiana scelta per ospitare un supercomputer di classe pre-exascale. Questo modello è caratterizzato da una potenza di calcolo superiore ai 150 petaflops di potenza di picco. Cioè, sarà in grado di eseguire 150 milioni di miliardi di calcoli al secondo.
Inoltre, verranno installati altri sette supercomputer in altrettante città europee: Sofia in Bulgaria, Ostrava in Repubblica Ceca, Kajaani in Finlandia, Bissen in Lussemburgo, Minho in Portogallo, Maribor in Slovenia e Barcellona in Spagna. Tra la seconda metà del 2020 e l’inizio del 2021 dovrebbero diventare tutti operativi.
L’UE ha stanziato circa 120 milioni di euro per ogni supercomputer, a cui si aggiunge un equivalente impegno economico degli Stati.
A cosa serve
Nel mondo industriale, l’applicazione dell’HPC è utile per ridurre i cicli di progettazione e di produzione, accelerare la progettazione di nuovi materiali, razionalizzare i costi, aumentare l’efficienza delle risorse, e ottimizzare i processi decisionali.
Oltre a ciò, può fornire simulazioni predittive dell’evoluzione dei modelli meteorologici, quindi limitare i danni in caso di catastrofi naturali.
Infine, questo settore può guidare l’innovazione e la scoperta nelle discipline scientifiche. Per esempio, può servire per decodificare il funzionamento del cervello umano. Anche la scoperta di nuovi farmaci può essere favorita, proprio come lo sviluppo di terapie mediche individuali di pazienti che soffrono di cancro, malattie cardiovascolari, di Alzheimer e malattie genetiche rare.
Leonardo a Bologna
Il progetto per il supercomputer, chiamato Leonardo, è stato presentato dal Cineca in accordo con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA).
Leonardo sarà operativo a partire dai primi mesi del 2021, diventando il secondo supercomputer situato a Bologna. Infatti, grazie alla collaborazione tra Cineca e IBM, il meno potente Marconi100 è attivo da Aprile 2020 ed è attualmente utilizzato nell’individuazione di terapie in grado di ridurre l’aggressività patogena del Covid19.